"Giocare in borsa", si dice. L'antropologo Marco Aime indaga le caratteristiche specifiche del gioco per mostrare come queste possano essere applicate anche all'economia. Una di tali caratteristiche è l'incertezza dei risultati: cominciamo a giocare senza sapere vinceremo o perderemo, quindi accettiamo il rischio che il gioco comporta. Stessa cosa avviene con la finanza contemporanea, dove il rischio è parte costituiva del "gioco". Di più: la finanza contemporanea - altamente "immateriale" perché sempre meno legata alla produzione di beni - può essere addirittura accomunata alla stregoneria per l'alto tasso di irrazionalità. Ci affidiamo agli operatori di borsa come se fossero stregoni, in grado di manipolare forze che non capiamo ma che potrebbero cambiare in meglio la nostra vita.
L'intervista è stata realizzata durante la settima edizione di Dialoghi sull'Uomo, che si è tenuto a Pistoia dal 27 al 29 maggio 2016 e il cui tema è stato “L’umanità in gioco. Società culture e giochi”.
http://www.dialoghisulluomo.it/intro
Marco Aime insegna Antropologia culturale all’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa Occidentale. Oltre ad articoli scientifici, ha pubblicato favole per ragazzi, saggi e testi di narrativa, tra cui: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Il primo libro di antropologia (2008),L’altro e l’altrove (con D. Papotti, 2012), La fatica di diventare grandi (con G. Pietropolli Charmet, 2014); Contro il razzismo (con G. Barbujani, C. Bartoli, F. Faloppa, 2016) per Einaudi; Il lato selvatico del tempo (Ponte alle Grazie, 2008); Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012); Gli specchi di Gulliver (2006), Timbuctu (2008), Il diverso come icona del male (con E. Severino, 2009), Gli uccelli della solitudine (2010), Cultura (2013) per Bollati Boringhieri; La macchia della razza (2012),Etnografia del quotidiano (2014) per elèuthera; Tra i castagni dell'Appennino (con F. Guccini, 2014), Senza sponda (2015) per Utet; Antropologia. Con e-book (2016) per Egea.
↧